Nel calendario della salute il mese di ottobre si tinge di rosa ed è dedicato alla prevenzione del tumore al seno, che si conferma il killer numero 1 con circa 60mila nuovi casi all’anno su territorio nazionale, ovvero una donna su 8 si ammala di tumore alla mammella. Attualmente la guaribilità raggiunge l’85% dei casi, grazie alle tecnologie terapeutiche avanzate e alla possibilità di diagnosticare per tempo la malattia. Ma, per contro, si registrano casi di cancro al seno in donne sempre più giovani.Per questo la prevenzione diviene, come sottolinea il Ministro Schillaci, la cura più efficace contro l’insorgenza del cancro e la Lega italiana Lotta contro i Tumori si adopera da anni su tutto il territorio per diffondere la cultura della prevenzione e dei sani stili di vita. L’insorgenza del tumore avviene quando le cellule che costituiscono la ghiandola mammaria, si riproducono in modo anomalo e le strategie preventive si basano su due approcci ben precisi e integrati: la prevenzione primaria (seguendo sani stili d vita) e quella secondaria, che si attua attraverso visite specialistiche ed esami per la diagnosi precoce. Dobbiamo investire in salute e non in malattia, sapendo che lo screening senologico porta ad una riduzione della mortalità per cancro al seno di circa il 30%. Le strategie preventive si basano su due approcci ben precisi e fra loro integrati: la prevenzione primaria e quella secondaria. La prevenzione primaria ha l’obiettivo di individuare e poter rimuovere le cause che contribuiscono allo sviluppo di un tumore (fattori di rischio). I principali fattori di rischio per l’insorgenza del tumore mammario non sono modificabili. Altri, se rimossi, possono nettamente ridurre il rischio di sviluppare il tumore al seno. La prevenzione secondaria ha l’obiettivo di ottenere la diagnosi il più precocemente possibile. La scoperta del tumore nella sua fase iniziale permette terapie chirurgiche meno aggressive con maggiore possibilità di guarigione. Essa costituisce l’arma vincente nella lotta al cancro della mammella che può essere curato nella maggior parte dei casi diagnosticati precocemente. 

Tumore al seno: i fattori rischio

Sebbene le cause del tumore al seno non siano ancora state identificate, ci sono fattori che aumentano il rischio ammalarsi. Alcuni sono immutabili, ma su altri è possibile intervenire.

  • Fumo di sigaretta per esposizione a sostanze pericolose.
  • Dieta eccessivamente calorica per aumento dei livelli ematici di ormoni quali l’insulina, gli steroidi e gli estrogeni con creazione di un terreno fertile per la proliferazione delle cellule tumorali.
  • Consumo di bevande alcoliche per contenuto calorico e amplificazione dell’azione degli estrogeni.

Tra gli altri fattori di rischio ci sono l’assenza di gravidanze, le terapie ionizzanti, i trattamenti ormonali sostitutivi, il menarca precoce, la menopausa tardiva e la familiarità, anche se solo una percentuale di tumori al seno inferiore al 10% è di origine ereditaria.

Tumore al seno e prevenzione

Molte donne si domandano se esistano stili di vita preposti a ridurre il rischio del tumore al seno. Certamente, si può lavorare sull’alimentazione e l’attività fisica. Una dieta ricca di cereali, legumi, verdura e frutta aiuta a scongiurare la sindrome metabolica, fattore di rischio per il cancro al seno. È anche bene ridurre il consumo di carne e grassi saturi: la prima aumenta l’incidenza delle neoplasie, mentre i grassi saturi liberano radicali liberi danneggiando le cellule. Alcuni recenti studi evidenziano, infine, un rischio più basso di contrarre la malattia tra le donne che praticano attività fisica.

Lo sport aiuta a:

  • bruciare i grassi riducendo i livelli di estrogeni che favoriscono le neoplasie;
  • regolare la secrezione di insulina;
  • stimolare la produzione di endorfine migliorando il benessere generale.

Ogni attività deve essere scelta compatibilmente con le proprie condizioni di salute, ma la parola d’ordine è costanza. Per godere a pieno dei benefici dello sport, è difatti necessario praticare sessioni di allenamento che variano da 25 a 50 minuti per almeno 3 volte la settimana. A seconda di età e condizione fisica esistono specifiche indicazioni per chi vuole fare sport in terapia.

L’autopalpazione

L’autopalpazione è un gesto semplice, ma essenziale per prevenire il cancro al seno.

Si esegue mensilmente a partire dai 20 anni: le donne fertili devono farla una settimana dopo il termine del ciclo mestruale, mentre in gravidanza o menopausa non ci sono vincoli temporali.

Ecco come svolgerla al meglio.

  • Alzare e piegare il braccio portando la mano dietro la nuca.
  • Palpare il seno con indice, medio e anulare uniti tra loro.
  • Descrivere movimenti circolari aumentando la pressione in modo graduale.
  • Palparsi dall’alto verso il basso e dall’interno verso l’esterno.
  • Esaminare il cavo ascellare.
  • Premere il capezzolo tra indice e pollice per escludere la presenza di eventuali secrezioni.

La mammografia per fasce d’età

Secondo le indicazioni del Ministero della Salute, le donne di età compresa tra 50 e 69 anni devono eseguire una mammografia ogni due anni. Alcune Regioni Italiane estendono lo screening anche a donne tra i 45 e i 49 anni di età invitandole a sottoporsi all’accertamento radiografico annualmente. Dai 70 ai 74 anni, è invece sufficiente sottoporsi a controlli ogni due anni.

Ecografia e test genetici

L’ecografia può essere utile per approfondire la natura di un nodulo o nelle donne under 40 quando la struttura della mammella rende i risultati della mammografia poco chiari. I test per la ricerca delle mutazioni dei geni BRCA-1 e BRCA-2 permettono, invece, di individuare le donne esposte a un maggiore rischio sviluppando per loro dei percorsi preventivi personalizzati fondati su risonanza magnetica annuale con mezzo di contrasto, mammografia ed eventuale ecografia.